Febbraio ha segnato un punto di svolta nella dinamica disinflazionistica che ha sostenuto i mercati negli ultimi mesi. I dati macroeconomici hanno continuato a sorprendere in positivo su entrambe le sponde dell'Atlantico, mentre la pausa nel processo di disinflazione ha deluso gli investitori. Mentre gli indici azionari continuano a beneficiare di prospettive di crescita più resilienti del previsto, la performance degli asset obbligazionari è stata molto meno brillante, con gli operatori di mercato costretti a rivedere al ribasso le stime sui tagli dei tassi delle principali autorità monetarie per il 2024.
Negli Stati Uniti, gli indicatori anticipatori e ritardati sembrano convergere verso uno stesso scenario di crescita favorevole. Le stime PMI sono salite sia per la componente manifatturiera che per quella dei servizi, mentre il sentiment dei consumatori a febbraio ha continuato a migliorare, a dimostrazione della fiducia nelle prospettive economiche condivisa da imprese e famiglie. Questo eccezionalismo economico americano è reso possibile dall’efficace diffusione a cascata della crescita sul mercato del lavoro, riguardo al quale ancora una volta i dati sull’occupazione sorprendono in positivo. Eppure questa crescita sfrenata sembra interferire con lo scenario perfetto di disinflazione, che finora ha sostenuto la propensione al rischio degli operatori del mercato. I toni del Presidente della Federal Reserve, meno accomodanti del previsto, hanno spinto di conseguenza i rendimenti verso l'alto, come nel caso del rendimento a 10 anni degli Stati Uniti aumentato di 34 pb nel corso del mese, azzerando il rally obbligazionario dello scorso dicembre.
In misura minore, anche l'Eurozona ha evidenziato segnali di miglioramento, con gli indicatori anticipatori in progressivo aumento, trainato dai servizi in espansione. L'inflazione è scesa meno del previsto nell'Eurozona, per effetto del vigore della componente dei servizi nell'inflazione core. Questo paradigma, che associa crescita forte e inflazione tenace, ha portato a un aumento di 25 pb del tasso del Bund tedesco a 10 anni, mentre gli asset rischiosi hanno continuato a salire, con gli spread sul credito che si contraggono di -23 pb per il comparto high yield. Agli antipodi, i mercati azionari cinesi hanno evidenziato segnali di ripresa grazie da un lato ai vincoli imposti alle vendite allo scoperto, e dall’altro alla tenuta dell'indice Caixin PMI.
Infine, in Giappone, il percorso verso l'uscita dalla politica monetaria accomodante prosegue, con un’inflazione core attestatasi al di sopra delle aspettative e della soglia del 2% per l'11° mese consecutivo.
Febbraio è stato caratterizzato da trimestrali in cui le aziende legate all’intelligenza artificiale hanno nuovamente battuto tutti i record. Nvidia, leader mondiale delle schede grafiche, ha moltiplicato per nove l’utile netto nel quarto trimestre, un fenomeno che si osserva in molti altri player del settore dell’intelligenza artificiale. Nel complesso gli utili aziendali hanno sorpreso gli investitori in positivo, innescando un netto rebound delle valutazioni azionarie. Escludendo tuttavia i 'Magnifici 7', che includono i principali leader del settore tecnologico statunitense, l’andamento degli utili per azione dell'indice S&P500 è risultato leggermente negativo.
Febbraio è stato un mese positivo per la strategia, che ha registrato una performance positiva in termini sia assoluti che relativi. La sovraperformance è perlopiù riconducibile allo stock picking e, più specificamente, all’esposizione all'intelligenza artificiale e ai trattamenti anti-obesità. Meta, Nvidia e il colosso statunitense della sanità Elli Lilly rientrano tra i principali contributi alla performance mensile.
Anche l’esposizione agli asset creditizi continua a registrare una performance positiva e costante grazie all'interessante componente del carry di questa asset class. Segnaliamo tuttavia che le strategie valutarie non hanno generato alcuna sovraperformance in un contesto di quasi egemonia del dollaro USA. Nel corso del mese è stata ridotta la protezione sugli indici azionari statunitensi ed europei ed è stata tagliata l’esposizione alle azioni indiane e alle mid-cap statunitensi al fine di riorientare il posizionamento sulla nostra selezione di azioni dirette.
Sul fronte del reddito fisso è stata rafforzata la protezione sugli asset creditizi e sull’inflazione di pareggio negli Stati Uniti, mantenendo un basso livello di duration modificata ai tassi d'interesse, privilegiando i tassi in euro, che sono stati rafforzati a scapito dei tassi USA. Infine, a fine mese è stata ridotta l’esposizione al dollaro USA ed è stata liquidata la posizione in franchi svizzeri, rafforzando al contempo l’esposizione allo yen giapponese.
L'orizzonte dei mercati sembra schiarirsi in quanto la prospettiva di recessione negli Stati Uniti si allontana alla luce delle principali statistiche. La prospettiva di un “no-landing” dell’economia statunitense fornisce un elemento catalizzatore rialzista agli asset rischiosi, anche per gli indici europei, una regione in cui l’economia continua a rasentare la stagnazione.
Anche se sui mercati azionari si osserva un aumento dei multipli di valutazione, per il momento non vi è alcun motivo di euforia. Riteniamo opportuno mantenere un'esposizione elevata a questa asset class che attualmente è sostenuta da una crescita economica resiliente e da un’inflazione moderata, che favorisce i margini aziendali. Sul fronte obbligazionario, il credito rimane una componente centrale del portafoglio in quanto è uno dei beneficiari diretti dei flussi del mercato monetario e offre rendimenti interessanti.
Tuttavia, nel breve termine, riteniamo che le coperture tattiche siano un modo interessante di migliorare la reattività di fronte al rischio del portafoglio, alla luce del peggiorato contesto geopolitico e del rischio di “incidenti” legati alle banche regionali statunitensi. La nostra esposizione alle obbligazioni sovrane si basa su uno scenario di irripidimento della curva dei tassi, mentre il livello di valutazione dei tassi brevi nell'Eurozona e negli Stati Uniti sembra ora equo, dopo il movimento al rialzo di inizio anno, diversamente dai tassi lunghi, che rimangono decisamente contenuti in considerazione dei dati sulla crescita e della traiettoria del debito nelle economie sviluppate.
Infine, dobbiamo considerare l'andamento dell'inflazione come un fattore chiave nella costruzione del portafoglio, alla luce delle recenti statistiche che hanno dimostrato ancora una volta la resilienza delle componenti sottostanti degli indici dei prezzi al consumo negli Stati Uniti e in Europa. Le previsioni compiacenti sulla traiettoria disinflazionistica dell'economia potrebbero quindi essere messe in discussione alla vigilia della riunione mensile della Federal Reserve statunitense del 20 marzo, il che ci spinge a mantenere una duration modificata moderata ai tassi d'interesse e un'esposizione agli strumenti indicizzati all'inflazione.
*Scala di Rischio del KID (documento contenente le informazioni chiave). Il rischio 1 non significa che l'investimento sia privo di rischio. Questo indicatore può evolvere nel tempo. **Il Regolamento SFDR (Regolamento sull’informativa di sostenibilità dei mercati finanziari) 2019/2088 è un regolamento europeo che impone agli asset manager di classificare i propri fondi in tre categorie: Articolo 8: fondi che promuovono le caratteristiche ambientali e sociali, Articolo 9 che perseguono l'investimento sostenibile con obiettivi misurabili o Articolo 6 che non hanno necessariamente un obiettivo di sostenibilità. Per ulteriori informazioni consultare: https://eur-lex.europa.eu/eli/reg/2019/2088/oj?locale=it. Per le informazioni relative alla sostenibilità ai sensi del Regolamento SFDR si prega di prendere visione del prospetto del oppure fondi delle pagine del sito web di Carmignac dedicate alla sostenibilità fondo https://www.carmignac.it/it_IT/i-nostri-fondi).
Carmignac Patrimoine | 8.8 | 0.7 | 3.9 | 0.1 | -11.3 | 10.5 | 12.4 | -0.9 | -9.4 | 2.2 |
Indice di riferimento | 16.0 | 8.4 | 8.1 | 1.5 | -0.1 | 18.2 | 5.2 | 13.3 | -10.3 | 7.7 |
Carmignac Patrimoine | - 0.6 % | + 2.3 % | + 1.4 % |
Indice di riferimento | + 2.9 % | + 5.3 % | + 6.3 % |
Fonte: Carmignac al 29 nov 2024.
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